Turi: serve progetto complessivo di investimento per la scuola statale. Si usino risorse europee.
Pandemia ha mostrato limiti politiche di tagli.
Assistiamo ad una corsa frenetica verso le ragioni della scuola non statale.
Ogni scuola è un elemento di ricchezza per un paese – sottolinea Pino Turi in merito ai finanziamenti per le scuole paritarie, richiesti con forza dalla Cei, e inseriti in un emendamento al decreto rilancio.
Le conseguenze della pandemia hanno colpito anche loro e ci sembra giusto e giustificato dare un supporto.
Altro è, invece, approfittare della pandemia per chiedere finanziamenti che sono vietati dalla Costituzione.
Abbiamo chiaro in mente che serve una ripartenza complessiva, con una visione di sistema e di investimenti che compensino le politiche dei tagli che si sono succedute negli ultimi anni.
La pandemia ha condannato senza appello le politiche neo liberiste basate sul principio meno-Stato-più-mercato, salvo rendersi conto, nel bisogno, che senza Stato si è soli.
Oggi, i neoliberisti di ieri, chiedono sussidi allo Stato. Quel sostegno che negavano quando pensavano che il mercato avrebbe risolto tutti i problemi ed avrebbe annullato le differenze.
La realtà è ben altra, e bisogna cambiare registro.
Persino Calamandrei, riconosceva il ruolo della scuola privata in senso positivo, ma solo se a fianco di buone scuole private ci fosse un’ottima scuola statale.
Questa pandemia lo ha messo in evidenza quanto sanità e scuola siano state private, nel tempo, degli investimenti necessari. Una cosa si è capita – aggiunge Turi – i diritti universali li difende lo Stato.
La classe politica faccia un progetto di investimento serio anche approfittando delle risorse che l’Europa sta mettendo a disposizione anche per il sistema scolastico.
Operiamo per avere un’ottima scuola statale. Allora potremo riprendere una discussione che appare oggi come francamente pretestuosa.